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La cosa più importante che possiamo fare per i nostri fratelli è senz’altro pregare in modo sincero.. in modo convinto: così otterremo grandi risultati!».
Queste le parole che Mons. Nazzaro, già custode di Terra Santa, Vicario Apostolico di Aleppo e Vescovo titolare di Forma, ha rivolto al pubblico al termine dell’ evento organizzato venerdì 17 dalla parrocchia di Castelfranco di Sotto sul tema della situazione dei Cristiani in Siria.
L’incontro, sviluppatosi come una piacevole chiacchierata fra i presenti e il prestigioso relatore nella Chiesa di S. Pietro Apostolo, ha offerto tanti spunti di riflessione e ha toccato più temi: dalla persecuzione dei cristiani, alla politica internazionale e persino alla disinformazione.
Argomento, quest’ultimo, molto caro a Mons. Nazzaro che in merito, con l’esperienza di chi è stato missionario in Medio Oriente per 58 anni (dal 1955-2013), ha denunciato come le notizie che ci vengono riportate dai media sono molto spesso erronee o imprecise per negligenza, imperizia o a volte per precise volontà di disinformazione.
Senza accusare nessuno in modo specifico, pur ammettendo la grave responsabilità che i governi occidentali possono avere avuto in merito, il Monsignore ha citato vari episodi in cui facilmente è stata e viene tuttora distorta completamente la verità per forti interessi politico-economici.
Partendo da questo tema così controverso e delicato è stato possibile ripercorrere per grandi tappe la storia recente della Siria, vissuta di persona dal relatore: dalla presa del potere da parte del padre dell’attuale Presidente Bashar al-Assad, alla cosiddetta “primavera araba”, fino al problema del sedicente califfato islamico.
È stato interessante poter rivivere momenti salienti della storia recente di quelle zone con gli occhi e la guida sapiente di chi effettivamente ha vissuto quelle particolari situazioni conflittuali, vedendo quotidianamente il peggiorare della situazione fino all’escalation attuale.
Ma parlando del forte impatto emotivo delle azioni dell’ Isis, con un approccio molto realistico e pragmatico, Mons. Nazzaro ha ammonito gli intervenuti, sostenendo fermamente che non ci si può permettere di esser schiavi del “ricatto della commozione”, ovvero di quel sistema che distrae in modo permanente l’opinione pubblica, con un’immagine particolarmente commovente o violenta, a danno dell’obbiettività, della veridicità e della libera circolazione delle notizie.
«Dobbiamo sempre chiederci se quella che ci propinano è l’unica verità! Abbiate sempre il beneficio del dubbio sulle notizie che ricevete..» ha risposto il Monsignore a chi chiedeva come difendersi dalla disinformazione dilagante.
Aleppo, cuore produttivo della Siria con più di 1500 aziende, è la città dove ha vissuto per tanti anni e dove ha potuto far costruire un episcopio e la Chiesa Cattedrale che adesso è distrutta, quasi totalmente rasa al suolo e coloro che sono rimasti soffrono la fame, la sete e rischiano ogni giorno la vita.
Questa notizia non viene divulgata quanto si dovrebbe né gli aiuti stimolati a dovere, secondo il relatore, e mentre in Europa si discute di questioni burocratiche o pseudo-identitarie, i nostri fratelli muoiono ogni giorno.
«Il minimo che possiamo fare è rimanere uniti nella preghiera» – chiude Mons. Nazzaro, esortando anche nel non dimenticare la dimensione economica del disastro in Siria.
Nel raccoglimento più solenne l’incontro si è poi concluso con la recita del Padre Nostro e la Benedizione impartita sui presenti.