Comincio questo scritto col ringraziare nuovamente tutti per l’ affetto dimostratomi in occasione  della celebrazione del 25° anniversario di sacerdozio. Mi ha commosso dentro!  Grazie a tutti !
I mesi di luglio e agosto vedono sempre rallentare un po’ le attività organizzate (vedi Catechismo) della parrocchia, ma la fede non può e non deve andare in vacanza. La vita cristiana è un cammino continuo e ininterrotto che non sopporta pause di sorta. La partecipazione alla Messa festiva (leggi: l’ incontro con Cristo vivo e presente), la preghiera personale, la testimonianza delle opere non possono andare in vacanza.
Papa Francesco esorta in continuazione la Chiesa (anche qui leggi: le nostre parrocchie) a vivere in “uscita” a non ripiegarsi su se stesse, ad andare incontro alla gente, soprattutto a chi non si sente dentro la Chiesa, ne ha una stima negativa (tante volte per il cattivo comportamento dei suoi membri o rappresentanti) o la sente come inutile se non dannosa.  Questo “stile” di Papa Francesco mi piace molto e va imparato. Da tutti. Non solo dai pastori.  Non è una nuova tattica di conquista. E’ una esigenza intrinseca alla fede stessa. Se la fede non ti fa missionario ( aperto agli altri, capace di incontro, costruttore di comunione e di ponti) ma invece acido, incline al giudizio, malizioso ( vedi il male dappertutto..) maldicente, ostile,  che te ne fai della tua fede? Perché gli altri dovrebbero diventare come te? Che grossa responsabilità che abbiamo noi praticanti!
Ci sono persone che hanno continuamente bisogno di dividere gli altri in buoni e cattivi (ed essi, naturalmente, sono dalla parte dei buoni…); persone che non sanno vedere il bene che è negli altri e gli altri fanno; persone che erigono muri e scavano fossati.  Il mondo è pieno di personaggi così. Girano anche dentro le parrocchie.
Per fortuna c’è anche chi è aperto, positivo; c’è chi sa collaborare; c’è chi va incontro agli altri; c’è chi sa  spogliarsi di pregiudizi vecchi e dannosi;  c’è chi crea comunione e getta ponti; c’è chi sa vedere il bene e apprezzarlo là dove si trova. C’è chi sa dire la sua fede e il suo amore non con le chiacchiere, ma con il suo modo di fare. Questa è la Chiesa che sogna papa Francesco! Questa è la parrocchia che voglio costruire insieme a tutti voi. A tutti i cattolici che dicono di averlo simpatico e che tuttavia continuano ad essere “vecchi”, auguro di rendersi conto di quello che fanno. E di prendere sul serio quello che dice il nostro Papa, che naturalmente parla a tutti.  Dio ci aiuti e ci porti consiglio, insieme alla lucidità per agire e fare della parrocchia sempre più una grande vera famiglia.  
L’ Arciprete.
 

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